Il Rotaract Club ft. il Presidente di club Matteo Esposito

Buongiorno a tutti!
Il Presidente del Rotaract Club Anzio-Nettuno, il Dott. Matteo Esposito, ha accettato di partecipare a questa intervista in cui racconterà la sua esperienza, cos’è il Rotaract, e qual è l’obiettivo del club.
Come socio del club da quest’estate, ho personalmente partecipato a un gran numero di attività, tra cui il World Traditional Attire, e collaboro per il sito principale in qualità di webmaster.
Posso attestarne la validità non solo come punto di riferimento e di formazione, ma anche come punto di aggregazione, quasi come una famiglia, per molti giovani operosi e desiderosi di costruire una leadership più solida fondata su sani principi e valori.
In ogni caso, ascoltare la preziosa testimonianza del Presidente Matteo potrà aiutarci ad avere un’idea più completa dell’organizzazione.

Ciao Matteo! Un grazie di cuore per aver deciso di partecipare e di dedicare del tempo a quest’intervista. Vuoi iniziare spiegandoci cos’è il Rotaract, la sua storia, e quali sono i suoi obiettivi principali?

Ciao Gabriele! Grazie a te per questa preziosa occasione.

Il Rotaract è un’associazione presente in tutto il mondo che coinvolge giovani dai 18 anni in su e nel nostro caso fino ai 35 anni ma con l’ultima riforma internazionale il limite di età e variabile da club a club. Giovani che vogliono fare la differenza. Il Rotaract accresce il senso civico dei giovani, affina la loro capacità di leadership e di comunicazione, svolge una funzione sociale e culturale nell’ambito della comunità e promuove la comprensione internazionale.

Attualmente sono attivi oltre 10.698 Club Rotaract che contano circa 203.298 soci in 180 paesi del mondo. In Italia, sono presenti 446 Club, con oltre 7.200 soci, organizzati in 13 macro-zone denominate Distretti.

Il nome di Rotaract, combinazione tra le parole “Rotary” ed “Action”, fu scelto in seguito ad un sondaggio tra gli studenti dell’Università di Houston, nel Texas. Venne scelto per il Rotaract un motto molto simile all’originario Rotariano “Serve above self” con l’identificativo Rotaractiano “Fellowship Through Service

Il primo Club Rotaract nacque a North Charlotte, nella Carolina del Nord, il 13 marzo 1968. Altri gruppi giovanili, sponsorizzati da Rotary Club “padrini”, già erano attivi dal 1920.

Il primo Club Rotaract in Italia nacque il 18 marzo 1968 con il nome Rotaract Club Firenze a soli 5 giorni di distanza dal primo club al mondo!

I Rotaract Club organizzano attività di raccolta fondi con lo scopo di soddisfare le esigenze della comunità locale, attività volte a favorire la comprensione internazionale, riunioni formali, relazioni su temi di pubblico interesse, visite ad aziende, attività culturali, campagne di sensibilizzazione nelle scuole. Tutte le attività Rotaract iniziano a livello locale; ciascun socio impegnato nell’organizzazione di queste attività ha la possibilità di servire la comunità locale.

Come nel caso del Rotary, è possibile ricondurre l’attività del Rotaract a cinque vie d’azione:

  • Azione interna, alla quale afferiscono tutte le attività di rafforzamento del Club e di sviluppo dell’effettivo.
  • Azione professionale, che include tutte le attività che valorizzano le competenze (e la crescita) professionale dei soci che fanno parte del Rotaract.
  • Azione pubblico interesse, attraverso la quale i Rotaractiani si mettono al servizio della comunità per migliorare il mondo che li circonda.
  • Azione internazionale, che ingloba le azioni intraprese per allargare la portata delle attività umanitarie e per promuovere la comprensione e la pace tra i popoli.
  • Azione per le Nuove Generazioni.

La struttura del Rotaract è articolata in modo “atomico” tramite una rete di Club distribuiti sul territorio; ogni Club viene patrocinato da uno o più Rotary Club. All’interno di ogni Club viene annualmente eletto un Consiglio Direttivo, che ha la responsabilità di guidare le attività ed è composto da:

  • Presidente, Vicepresidente, Past President,
  • Segretario, Prefetto, Tesoriere,
  • Consiglieri e presidenti di commissione

Il Consiglio Direttivo dirige l’attività del Club anche con l’ausilio delle commissioni, che si occupano operativamente di gestire i progetti e le attività.

Cosa ti ha spinto a entrare nel Rotaract, e qual è stato il tuo percorso all’interno di esso? Che tipo di esperienze hai fatto, e stai tutt’ora facendo, come Presidente?

Più che un “qualcosa” è stato un “chi” che mi ha fatto conoscere il Rotaract, la sua filosofia e mi ha permesso di farne uno stile di vita.
Il “chi” in questione è la prof.ssa Anna Maria Resta Palagiano, Rotariana di primo ordine, tra le prime donne in Italia ad entrare nel Rotary. Mossa dalla sua incrollabile fiducia nei giovani, coinvolse me ed altri valenti giovani a ri-fondare il Rotaract Club del nostro territorio.
La mia esperienza è alquanto privilegiata, lo ammetto. Sono stato Presidente nell’anno di ri-fondazione; quindi il mio percorso è nato in maniera molto particolare, essendomi occupato fin da subito della gestione del Club. L’ho considerato sicuramente un onore ed un merito per la mia giovanissima età, ma allo stesso tempo, un grande onere di responsabilità. Insieme al mio Consiglio Direttivo abbiamo faticato molto per consentire al Club di partire nel migliore dei modi, di farsi conoscere, di permettere a tanti nuovi giovani di entrarne a far parte per condividere questa bellissima ed edificante esperienza.

Essere Rotaractiano significa accogliere a braccia aperte uno stile di vita, dove i valori della tradizione, del mettersi al servizio del proprio territorio sono fondamentali. Il Rotaract è proprio questo, una seconda famiglia dove dominano due valori fondamentali: il rispetto della persona, del suo credo, della sua cultura e la valorizzazione del merito dei singoli soci senza i quali un Club, un Consiglio Direttivo potrebbero programmare le più belle iniziative che rimarrebbero, però, lettera morta senza la loro messa in pratica.

In quanto Presidente di club, quali sono alcune cose a cui devi prestare attenzione? Come ti trovi a collaborare e dover coordinare altri soci?

Il ruolo di “Presidente di Club” è certamente un ruolo di responsabilità nell’azione gestionale del Club; in quello di promozione e di coordinamento dei progetti e dei service attivati.

I Presidenti sono, quindi, i primi responsabili del team building del club. Essere Presidente o cercare di essere un buon leader in generale significa proprio valorizzare i singoli Soci, metterli a proprio agio e assicurare la coesione interna per diventare un gruppo funzionale a coadiuvare per il benessere socio-culturale della collettività. Un buon Presidente consiglia, non redarguisce e non impone ma incoraggia, stimola e trascina con l’esempio.

Anche in questo campo posso ritenere la mia esperienza davvero positiva in quanto l’effettivo di Club è composto da ragazzi che hanno una gran voglia di fare, che vedono nell’amicizia e nella condivisione lo strumento perfetto per lavorare insieme a vantaggio del territorio. Coordinare, anzi, collaborare con i miei Consoci è un’esperienza edificante dove il dialogo ed il confronto permettono una crescita bipartisan costante e concreta.

Il Rotaract ha tantissime iniziative. In che modo credi possano influenzare positivamente il territorio e i giovani?

Caro Gabriele, consentimi di partire dal motto del Rotary: service above self, una frase che significa letteralmente servire al di sopra di ogni interesse personale. I service, ovvero le nostre attività, sono progetti di sostegno reale e concreto che il Rotaract mette in piedi per aiutare il territorio o altre associazioni. I Club Rotaract promuovono autonomamente service e contribuiscono attivamente ai service proposti dal Rotary, non solo attraverso semplici contributi economici, ma anche con attività concrete.

Si potrebbe racchiudere in una definizione asciutta e apparentemente completa il significato di service, con la conseguenza tuttavia di perdere alcuni, se non molti, dei significati che vanno ben oltre una sterile definizione. Per semplificare le cose, è possibile guardare a due grandi aspetti del fare service: uno tecnico, l’altro umano.

Partendo dall’aspetto più tecnico, il service è infatti uno dei principali momenti, sebbene non l’unico, della vita del Rotaract; è un progetto condiviso, studiato, elaborato, pianificato, che nasce in seno al Distretto, alla Zona o, a livello locale, dove ha sede Club. Il service ruota intorno alla realizzazione di un obiettivo ben preciso. Il fissare l’obiettivo, che è la ragion d’essere del service stesso, nasce da un’attenta analisi della propria comunità, della società che ci circonda e quindi dall’analisi delle sue problematiche e dall’individuazione delle necessità su cui è possibile intervenire. Fare service insegna ad essere pragmatici e a stare coi piedi per terra: è ragionevole porsi obiettivi che possano essere realmente conseguiti con i propri mezzi.

Individuato il campo d’azione in cui è possibile dare vita al service, ci si chiede cosa si possa concretamente fare; con quali strumenti poter intervenire e con quale strategia riuscire ad ottenere un concreto ed efficace risultato a favore del contesto individuato. Non è sufficiente la struttura di base di un service; non basta la pianificazione tecnica di come e dove realizzarlo; è necessario soprattutto che l’immagine del service prenda distintamente forma in ciascun Socio e aspirante del Club; occorre cioè che tutti abbiano bene in mente (e nel cuore) dove si voglia andare. Ciò connette l’aspetto più propriamente tecnico a quello umano del fare service: sono, infatti, presupposto fondamentale alla sua riuscita sia la mente che il cuore.

Pensare e realizzare un service è un’attività complessa ma entusiasmante, in cui si è chiamati a mettersi in gioco. Ad essere chiamate in gioco, a ben vedere, non sono tanto le singole competenze ‘tecniche’ di ciascuno (che comunque servono sempre), quanto le ‘competenze emotive’, vale a dire quell’eterogeneo bagaglio di motivazione, coraggio, entusiasmo e consapevolezza che ci rendono Rotaractiani, persone in grado di darsi da fare per realizzare progetti da cui derivi un bene per la propria società, ma anche per se stessi, perché uno dei più grandi lasciti di un service è la crescita interiore.

Raggiungere l’obiettivo stabilito dipende sia dalla squadra che dal singolo individuo e da come questo interagisce con la squadra. Fare service vuol dire fare Rotaract, e anzi è uno dei modi principali in cui si fa Rotaract, in cui il senso di identità maturato nella nostra associazione diventa il carburante in grado di lanciarci, come un aereo al decollo, lungo la pista. Poi sta a noi rimanere in volo e raggiungere l’aeroporto di destinazione. Ho ricordi indelebili e molto belli legati ai service a cui abbiamo lavorato e dato vita nel Rotaract Anzio – Nettuno, e ogni volta che affiora un ricordo legato a un service, che sia una difficoltà incontrata o la soddisfazione della riuscita o un momento buffo o semplicemente un’immagine, tutto ciò si accompagna a una nota d’orgoglio. Esso emerge nella voce e  nel ricordo poiché il mettersi al servizio degli altri e con gli altri lascia dentro di noi un’impronta indelebile, che va ben oltre le cose materiali con cui la società ci bombarda continuamente. Un’impronta viva che è anche uno stimolo a continuare a guardare avanti, per rinnovare ogni giorno il desiderio e la voglia di mettersi al servizio degli altri.

In che modo crei e avvii iniziative? Quali sono i processi che devi affrontare?

Sicuramente la tua è una domanda davvero molto interessante che cerco di sintetizzare, per gli appassionati di metodologia, nel nome del processo metodologico principale preso in prestito dall’Ingegneria del Software: Agile ( letto all’inglese ). Nell’ingegneria del software, l’espressione metodologia agile (o sviluppo agile del software, in inglese agile software development, abbreviato in ASD) si riferisce a un insieme di metodi di sviluppo del software emersi a partire dai primi anni 2000 e fondati su un insieme di principi comuni, direttamente o indirettamente derivati dai principi del “Manifesto per lo sviluppo agile del software” (Manifesto for Agile Software Development, impropriamente chiamato anche “Manifesto Agile“) pubblicato nel 2001 da Kent Beck, Robert C. Martin, Martin Fowler et al. I metodi agili si contrappongono al modello a cascata (waterfall model) e altri modelli di sviluppo tradizionali, proponendo un approccio meno strutturato e focalizzato sull’obiettivo di consegnare al cliente, in tempi brevi e frequentemente (early delivery/frequent delivery), software funzionante e di qualità.

Fra le pratiche promosse dai metodi agili ci sono la formazione di team di sviluppo piccoli, poli-funzionali e auto-organizzati, lo sviluppo iterativo e incrementale, la pianificazione adattiva, e il coinvolgimento diretto e continuo del cliente nel processo di sviluppo.

Qui allora prepariamo un dizionario utile a mappare i concetti Rotaractiani del Servire e dell’Organizzazione tradizionale ai nuovi concetti Agili:

  • Service = Prodotto
  • Il Territorio ed i suoi abitanti = Clienti
  • Commissioni = Team di sviluppo piccoli

La Commissione Progetti del nostro club, in questo contesto è il main development team riunendosi sotto la cura e l’attenzione del suo Presidente, il Dott. Tiziano Zecchinelli, elabora proposte e si confronta con i rappresentati del target del nostro service i cosidetti “Product Owner”. Dopo una proposta organica a sua volta approvata dall’Assemblea dei Soci si passa quindi all’attuazione.

Ci terrei ad affermare che tale metodologia così dettagliata è un orgoglio del nostro Club in fase di sperimentazione grazie alla lungimiranza e fiducia nel progresso del nostro Distretto e del nostro Rappresentate Distrettuale il Dott. Marcello Andria che ci ha consentito di effettuare questa ed altre sperimentazioni: prime nel loro genere!

Tra i vari progetti del Rotaract Club Anzio-Nettuno, ci sono stati molti gemellaggi con club nazionali e stranieri, come il Rotaract Club Indiano di Kolhapur Midtown Phoenix. La globalizzazione e il raggiungere culture distanti è molto importante al giorno d’oggi. Ne vuoi parlare più in dettaglio e liberamente?

Il gemellaggio consiste nell’accordo fra due o più club, appartenenti a diverse aree geografiche, avente lo scopo di portare avanti un progetto  comune,  creando  al  contempo  nuove  opportunità  di  amicizia  e  di collaborazione fra i club Rotaract. I club possono gemellarsi sia all’interno dello stesso Distretto, sia con club appartenenti ad altri Distretti del territorio nazionale ed internazionale: cioè che è essenziale è l’individuazione del progetto che si intende realizzare. Il club partner del gemellaggio deve essere scelto coerentemente a questa finalità, in base alla condivisione di obiettivi comuni, alla possibilità di azione e d’interazione del club e al contesto ambientale in cui opera.

Il nostro club era privo di gemellaggi fino al corrente anno sociale mentre oggi, con una forte spinta merito soprattutto di una rinnovata azione collegiale di club, vanta ben 33 gemellaggi in attesa della formale firma e 2 gemellaggi conclusi e siglati.

La possibilità di stringere questo forte legame con il club Indiano ha dimostrato a noi stessi fin da ottobre le forti possibilità di confronto e di cooperazione internazionale che il Rotaract International rappresenta per noi giovani leader. Colti da tale spirito nell’atmosfera di un natale piuttosto atipico abbiamo preso il coraggio di scrivere a tutti i Rotaract Club di Italia e riunirli per tutto il mese di dicembre in tantissime iniziative volte a portare speranza ed un senso di unione a tutto il nostro Paese, il risultato di tali sforzi? Presto detto, 33 Club hanno scelto di gemellarsi tra loro per la prima volta in Italia un tale numero di club ha deciso di unire le forze per condurre azioni mirate e sempre più efficaci su tutto il nostro territorio nazionale.

Per giunta, si sono uniti all’iniziativa Natalizie 12 Club Esteri di 12 Paesi diversi e questo ha continuato a dimostrare quanto le differenze non dividano, anzi, uniscano i popoli di tutto il mondo!

Il Rotary International, inoltre, mette a disposizione dei giovani la sua organizzazione, lo spirito di servizio dei suoi Soci e la loro sensibilità per tutto ciò che fa crescere la tolleranza e la comprensione reciproca, promuovendo, tra le attività in favore delle Nuove Generazioni, il “Programma Scambio Giovani“.

Lo Scambio Giovani è un programma del Rotary International che dà la possibilità ogni anno a migliaia di studenti di provare un’esperienza di vita all’estero.

Il programma Scambio Giovani permette a migliaia di ragazzi e ragazze di incontrare altri popoli e conoscere la loro cultura, creando i presupposti dell’amicizia attraverso la conoscenza delle diversità, favorendo la convivenza, il confronto e lo scambio diretto di idee e modi di fare tra giovani di nazionalità diverse.  Questo Programma coinvolge annualmente, in tutto il mondo, circa 8000 studenti (oltre 400 in Italia), ai quali viene permesso di trascorrere all’estero periodi di tempo più o meno lunghi, a seconda del tipo di scambio.

Come Presidente attuale e come rotaractiano, quali sono i tuoi obiettivi attuali?

Come Rotaractiano l’obiettivo è uno ed uno soltanto: assolvere alla nostra missione che ereditiamo dal Rotary e cioè quella del “serve above self”. Impegnarsi per donare un sorriso agli altri, attraverso azioni concrete, aiuti solidi ed utili che possano elevare e migliorare il substrato culturale e sociale per costruire insieme un futuro più radioso per tutti noi.

Da Presidente mi sono posto un duplice obiettivo: non solo quello di realizzare quanto è nelle prerogative e nelle possibilità di ogni Rotaractiano, come detto sopra, ma anche quello di far conoscere il Rotaract. Non certo per mero “esibizionismo” bensì perché, caro lettore di questo articolo, proprio tu potresti essere il prossimo Rotaractiano; giovane propenso e desideroso a proporre un’innovazione, un suggerimento di azione concreta per il territorio! Attraverso il presente canale, caro Gabriele, mi permetto proprio di lanciare un appello a tutti i giovani maggiorenni: il Rotaract Anzio – Nettuno è più attivo che mai, vi aspettiamo! Se siete giovani che credono, come noi, nei valori della tradizione, dell’innovazione, del servizio a favore del territorio, siamo pronti ad accogliervi nel nostro Club. Insieme possiamo realizzare un futuro migliore per tutti!

Grazie Matteo. È stato un onore ed un grande, piacevole stimolo all’azione altruistica aver ascoltato la tua testimonianza.
Un sentito ringraziamento anche al Rappresentante del Distretto Rotaract Dott. Marcello Andria A.R. 2020-2021, per l’editing e il contributo al presente articolo.
Con l’occasione, tengo a dire che l’ingresso nel Club è aperto a tutte le persone che desiderino mettersi in gioco, affinare le proprie capacità e sentirsi parte una di una grande famiglia solidale.

Autore: Gabriele Glinni

Dottore in Mediazione Linguistica con riguardo verso la traduzione specialistica. Amante della scrittura creativa, della tecnologia e autore del romanzo Ascend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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